Presentazione clinica
Durante il decorso della malattia, circa l’80-85% dei pazienti affetti da Sclerosi Multipla sperimenta una ricaduta, la quale può essere caratterizzata dal manifestarsi di una numerosa varietà di sintomi a seconda della regione del Sistema Nervoso Centrale coinvolta.1-4
L’intervallo di tempo che intercorre tra due ricadute è variabile ed imprevedibile (da alcune settimane ad alcuni anni), le manifestazioni attraverso cui si presenta ogni singola ricaduta sono molteplici e di diversa intensità e, ad oggi, è impossibile prevedere una ricaduta. 1-4
Nonostante ciò, le ricadute sono definite come un vero e proprio evento neurologico e sono considerate un fattore predittivo di progressione della malattia. 1-4
In campo clinico è importante monitorare e prevenire la progressione della disabilità attraverso alcuni parametri fondamentali quali la scala EDSS e la progressione di disabilità confermata (CDP), ma soprattutto un recente endpoint composito, la No Evidence of Disease Activity (NEDA),5 ma soprattutto un recente endpoint composito: No Evidence of Progression or Active Disease (NEPAD).
Dal punto di vista della prognosi, i fattori prognostici negativi per la Sclerosi Multipla ritenuti maggiormente più rilevanti includono l'insorgenza della malattia progressiva e la disabilità a 2 e 5 anni.6
È molto difficile esprimere una prognosi accurata sulla base delle informazioni puramente cliniche del paziente con SM in una fase precoce della malattia. I marker di risonanza e del fluido cerebrospinale sono ritenuti promettenti fonti di informazioni prognostiche con un buon potenziale di misura quantitativa, sensibilità e affidabilità.7
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Bibliografia
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- Giovannoni G et al. Brain health: time matters in multiple sclerosis. Multiple Sclerosis and Related Disorders 9 (2016) S5–S48
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- Richard M. Ransohoff - Multiple sclerosis—a quiet revolution - Nat Rev Neurol. 2015 March; 11(3): 134–142
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