Fisiopatologia
La principale caratteristica della malattia di Parkinson è la morte cellulare fino al 70% della substantia nigra, una formazione nervosa grigia che stabilisce il confine tra il piede e la callotta del mesencefalo.
Osservando questi tessuti al microscopio si osservano perdita neuronale e l'accumulo della proteina alfa-sinucleina in inclusioni detti corpi di Lewy.
Nella malattia di Parkinson i danni di questa struttura cerebrale influenzano tutti i cinque principali circuiti che collegano le aree cerebrali: il circuito motorio, quello oculomotore, il circuito associativo, quello limbico e quello orbitofrontale.
In un modello concettuale del circuito motorio la dopamina ha lo scopo di inibire i sistemi motori in momenti inopportuni: livelli bassi di questo neurotrasmettitore, come avviene nei pazienti parkinsoniani, causano una ipocinesia, richiedendo maggiori sforzi per compiere un dato movimento.
Ad oggi vi sono diversi ipotesi per la morte cellulare che avviene nel Parkinson. Una di questa indica come siano i corpi di Lewy a danneggiare le cellule. In una classificazione della malattia sulla base del quadro patologico si osserva come i corpi di Lewy appaiano prima nel bulbo olfattivo, nel midollo allungato e nel tegmento pontino e poi con il progredire della malattia si sviluppino nella sustantia nigra, nelle aree del mesencefalo e nell'ultima fase, nella neocorteccia.
Altre ipotesi sulla morte cellulare indicano la disfunzione dei sistemi lisosomiali e proteosomiali ed una ridotta attività mitocondriale.
Il Parkison sembra essere legato ad alcune mutazioni come quelle che riguardano i geni della alfa-sinucleina (PARK 1/PARK 4), della parkina (PARK-2), i geni PARK-6, PARK-7, PARK-8 e quello della glucocerebrosidasi GBA.
Anche alcuni fattori tossici, tipicamente attraverso una esposizione lavorativa sembra aumentino il rischio di contrarre la malattia.
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