Melanoma: Patogenesi
In circa 3 casi su 4 il melanoma insorge su cute normale[1]
Nel 70-80% dei casi il melanoma insorge de novo, ovvero su cute sana, ma può anche insorgere su una lesione pigmentata benigna preesistente, con un tasso annuale di trasformazione di un singolo nevo in melanoma di 1 su 200.000. [1]
L’associazione tra melanoma e nevi melanocitici congeniti è alquanto controversa. I nevi melanocitici congeniti sono classificati sulla base delle loro dimensioni in tre categorie:
- piccoli (diametro <1,5 cm)
- medi (diametro tra 1,5 e 20 cm)
- giganti (diametro >20 cm).
Soltanto per i nevi melanocitici congeniti giganti (NMCG) è riconosciuta una significativa associazione con il melanoma: circa il 2-4% dei NMCG si trasforma in un melanoma, manifestandosi come un nodulo a rapida crescita nel contesto della formazione nevica.
Le tappe della trasformazione neoplastica nel melanoma (Figure 1, 2, 3, 4) sono:
- melanoma primitivo in situ non invasivo;
- melanoma primitivo invasivo senza capacità di metastatizzare (fase di crescita radiale a bassa malignità e lenta crescita);
- melanoma primitivo invasivo (fase di crescita verticale ad alto grado di malignità con possibilità di metastatizzazione);
- melanoma metastatico.
- Epidermide più esterna; cellule morte
- Cheratinociti, lipidi, proteine
- Cellule spinose
- Nuovi cheratinociti, cellule di Langerhans, melanociti
- Strato basale
- Melanociti
Aumento divisione cellulare, aumento produzione della melanina, capacità di muoversi nello strato di epidermide superiore alle cellule spinose, normale risposta alle citochine
Capacità di muoversi in tutti gli stati dell’epidermide
Diminuzione della risposta alle citochine inibitorie
Capacità di muoversi in tutti gli stati dell’epidermide
Capacità di attraversare lo strato basale
Diminuzione della risposta alle citochine inibitorie
Extravasazione
Figure 1, 2, 3, 4 - Tappe della trasformazione neoplastica nel melanoma
Rappresentazione della progressione da melanocita sano, attraverso la fase a crescita radiale (RGP) e la fase a crescita verticale (VGP), fino a melanoma metastatico (MET). (A) I melanociti sani sono in un rapporto fisso con i cheratinociti nello strato basale dell'epidermide; (B) le cellule mostrano una crescita radiale con divisione cellulare incontrollata e over-produzione di melanina; (C) le cellule presentano una crescita verticale per poi diffondersi in tutto lo spessore dell'epidermide e non rispondono più alle citochine che ne inibiscono la proliferazione; (D) le cellule del melanoma metastatico sono in grado di sfondare la membrana basale e entrare nella circolazione. [2]
La diffusione può essere per:
- contiguità al sottocute,
- disseminazione linfatica ai linfonodi locoregionali
- diffusione ematica ai vari organi. Gli organi colpiti con maggior frequenza dalla diffusione ematica sono: polmone, fegato, sistema nervoso centrale e, a seguire, apparato gastroenterico, cuore, peritoneo, surreni, apparato scheletrico (Figura 5).
Le metastasi cutanee che si trovano
- a ≤2 cm dalla lesione primitiva vengono definite satellitosi,
- a >2 cm tra la sede del tumore primitivo e il primo linfonodo drenante vengono definite metastasi in transit.
Bibliografia
- Mandalà M et al. Melanoma cutaneo. In: Labianca - La Medicina Oncologica. Diagnosi, Terapia e gestione clinica. Editore Edra - Masson 2013.
- Osborn JL et al. Metastatic melanoma cells evade immune detection by silencing STAT1. Int J Mol Sci 2015; 16 (2): 4343-4361.