Diagnosi HIV e AIDS
Diagnosi immunologica
L’infezione da HIV viene diagnosticata mediante un test ematico che rileva la presenza di anticorpi contro il virus.
In molti individui esiste un periodo cosiddetto “finestra”, molto variabile da 3 a 6 settimane, in cui il virus è presente ma il sistema immunitario non ha ancora prodotto anticorpi in quantità rilevabili con il test.
Test di recente produzione permettono di accorciare il periodo finestra fino a 22 giorni, ma alcuni individui possono iniziare a produrre anticorpi anche dopo 6 mesi dal contagio. Il 99% dei contagi è rilevabile dopo 3 mesi, ma dopo 6 mesi si è sicuri di includere anche i casi, rari, che hanno avuto un periodo finestra prolungato.
Il progredire della replicazione virale e la risposta alla terapia antiretrovirale devono essere monitorate mediante la conta delle cellule CD4-positive. Il virus, infatti, attacca queste cellule e ne riduce il numero, con un conseguente indebolimento della risposta immunitaria.
Diagnosi virologica
La diagnosi immunologica si basa sul rilevamento degli antigeni virali, confermata da metodica in immunoblotting e/o determinazione di acidi nucleici virali.
La concentrazione di HIV-RNA nel plasma (viremia o carica virale, ovvero numero di copie del virus rilevabili in un millilitro di sangue) è anche un marcatore surrogato e consente di predire il rischio di progressione clinica dell’infezione (marcatore prognostico) e di valutare l’entità della risposta terapeutica (marcatore di efficacia). La viremia deve essere misurata ad intervalli regolari nei pazienti che iniziano una terapia antiretrovirale, in quanto la viremia è l’indicatore più importante di risposta terapeutica.
Nella fase acuta dell’infezione si ha un alto grado di infettività, dovuta a una carica virale elevata. La trasmissione del virus, tuttavia, è possibile a tutti gli stadi di infezione, anche nel periodo finestra.
Stadiazione HIV/AIDS
L’infezione da HIV , senza una terapia ART, causa irrimediabilmente l’AIDS. La terapia aiuta in ogni stadio della malattia a rallentare la progressione verso lo stadio successivo.
L’infezione è trasmissibile a tutti gli stadi della malattia.
L’infezione acuta ha una durata da 2 a 4 settimane dopo il contagio. Si possono sviluppare sintomi simil-influenzali che vanno sotto il nome di sindrome retrovirale acuta (ARS), che rappresenta la naturale risposta dell’organismo all’infezione virale. Tuttavia, non tutte le persone affette da HIV sviluppano la ARS, e in tal caso sono asintomatici.
Durante la fase di infezione acuta, come già accennato, c’è una grande produzione di nuovi virus e un declino della conta CD4+ ematica.
Alla fine, la risposta del sistema immunitario permette l’abbassamento della carica virale e un innalzamento dei livelli di cellule CD4+ che però restano ampiamente al di sotto dei livelli di normalità.
Fase di latenza clinica. In questa fase l’infezione di HIV è asintomatica, il virus è ancora attivo ma si replica a un tasso molto lento. Questo periodo può durare fino a un massimo di 10 anni senza intervento terapeutico, mentre le persone in terapia con ART possono prolungare questo periodo per decenni.
Verso la fine del periodo di latenza, la carica virale inizia ad aumentare mentre la conta delle cellule CD4+ diminuisce. In concomitanza di questa fase, si possono presentare i primi sintomi di AIDS a causa dell’indebolimento del sistema immunitario.
AIDS (acquired immunodeficiency syndrome): l’AIDS rappresenta lo stadio finale dell’infezione e si manifesta quando il sistema immunitario è gravemente compromesso. Si osserva l’insorgenza di malattie dovute a infezioni opportunistiche e tumori correlati alle infezioni. La popolazione dei CD4+ crolla al di sotto della soglia di 200.000 cellule/ml.
L’intervento con la terapia ART è necessario per ritardare la morte che potrebbe sopraggiungere da 1 a 3 anni dalla diagnosi di AIDS.
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