Glioblastoma: Diagnosi
Presentazione clinica
I sintomi più comuni al momento dell’esordio clinico sono spesso causati da un incremento della pressione intracranica, deficit focali (in relazione alla sede della lesione ed associati ad edema perilesionale) e crisi comiziali[1,2]
Per molti pazienti la diagnosi di glioblastoma viene posta alcune settimane dopo la comparsa dei sintomi iniziali, soprattutto nei pazienti con
cefalea intermittente o deficit motori o cognitivi sfumati[1,2]
Ovviamente un primo episodio di crisi epilettiche e/o la comparsa di sintomi neurologici focali rendono necessaria l’esecuzione di TC o RM con mezzo di contrasto[1,2]
Come si diagnostica il Glioblastoma
La risonanza magnetica per immagini (MRI) è il principale strumento di imaging utilizzato sia per la diagnosi iniziale sia per la valutazione della risposta al trattamento[3]
Nell’ambito della diagnosi iniziale, la MRI serve a definire il tipo e il grado tumorale prima dell’intervento chirurgico[3]
I glioblastomi si presentano radiologicamente come lesioni con presa di contrasto irregolare (spesso con aspetto di iperintensità ad anello con centro necrotico), dopo iniezione di gadolinio nelle immagini T1-pesate. Dal punto di vista anatomo-patologico, i glioblastomi sono caratterizzati dall’infiltrazione del tessuto cerebrale circostante (cellule tumorali possono essere ritrovate anche a distanza di parecchi centimetri dalle aree con presa di contrasto), dalla presenza di necrosi e dalla marcata proliferazione dell’endotelio[1]
Lo studio radiologico pre-operatorio può essere eventualmente completato con angio-RM per meglio chiarire le caratteristiche della circolazione intratumorale e per pianificare in modo migliore l’intervent[1]
Bibliografia
- AIOM – Linee guida. Neoplasie cerebrali.
- Brandes AA et al. Glioblastoma in adults. Crit Rev Oncol Hematol 2008; 67 (2): 139-152.
- Clarke JL et al. Neuroimaging: diagnosis and response assessment in glioblastoma. Cancer J 2012; 18(1): 26-31.