Classificazione delle crisi epilettiche
Le crisi epilettiche sono generalmente classificate come focali o generalizzate in base alla sede in cui si innesca l’attività cerebrale anomala.
Crisi focali
Le crisi focali (o crisi parziali) hanno origine in un solo emisfero cerebrale. Queste crisi si dividono in due categorie:
- Crisi focali semplici. Queste crisi epilettiche non causano una perdita di coscienza. Possono indurre la comparsa di strane sensazioni visive (crisi visive) o acustiche (crisi uditive); scosse muscolari a un arto (crisi motorie, marce jacksoniane, cioè un arto che trema con "scosse"); sensazioni abnormi in una data regione cutanea (crisi somatosensoriali); sensazioni fastidiose allo stomaco e alla gola, con palpitazioni e rossore del volto (crisi vegetative, la cosiddetta "aura epigastrica"); impressione di "già visto" o "già vissuto" (crisi dismnesiche); "forzatura del pensiero", cioè un’improvvisa idea che domina la mente (crisi cognitive); stati d’animo di paura improvvisa (crisi affettive).
- Crisi focali discognitive o complesse. Queste crisi epilettiche alterano la consapevolezza del paziente, producendo esperienze oniriche, e possono causare una perdita di coscienza per un certo periodo di tempo. Lo stato di coscienza è comunque compromesso e il paziente appare confuso (crisi confusionali), talora mostra movimenti automatici del volto e del tronco (crisi psicomotorie). Sono tipiche dei focolai della corteccia dei lobi temporali o frontali. Le crisi focali discognitive inducono spesso sguardo fisso e movimenti inconsulti, per es. sfregamento delle mani, masticazione, deglutizione e deambulazione in cerchio.
Tutte le crisi parziali, semplici o complesse, possono diffondere all’intero cervello e concludersi con una crisi convulsiva di Grande Male.
Crisi generalizzate
Le crisi generalizzate sono dovute a un’alterazione dell’attività neuronale di entrambi gli emisferi cerebrali. Queste crisi rappresentano il 40% di tutte le sindromi epilettiche, e hanno generalmente un'eziologia genetica. Esistono sei tipi di crisi generalizzate:
- Crisi di assenza. Questa tipologia di crisi epilettica, denominata anche Piccolo Male, colpisce frequentemente i bambini, ed è rappresentata da un'improvvisa perdita di coscienza (circa 5-10 secondi), con arresto improvviso dell'attività, sguardo fisso e spesso rotazione in alto degli occhi, a cessazione improvvisa; spesso, dopo l'assenza, il soggetto si rende conto dell'accaduto dallo sguardo attonito e interrogativo dei presenti; le assenze possono essere semplici (solo perdita di coscienza) o complesse (accompagnate da contrazioni cloniche, ipotonia muscolare, ipertonia dei muscoli assiali).
- Crisi toniche. Sono caratterizzate da irrigidimento dei muscoli. Queste convulsioni coinvolgono solitamente i muscoli di schiena, braccia e gambe e possono causare la caduta a terra del soggetto.
- Crisi cloniche. Sono associate a movimenti muscolari bruschi e ritmici. Queste convulsioni coinvolgono solitamente il collo, il viso e le braccia.
- Crisi miocloniche. Si manifestano solitamente come brevi torsioni o movimenti bruschi e improvvisi di braccia e gambe.
- Crisi atoniche. Causano una perdita del tono muscolare, che può indurre un improvviso collasso o caduta del soggetto.
- Convulsioni tonico-cloniche. Queste convulsioni, dette anche crisi di Grande Male, sono caratterizzate da perdita di coscienza, irrigidimento e scuotimento del corpo, talvolta con perdita di controllo della vescica e morsicatura della lingua. Il Grande Male rappresenta l'immaginario comune della sindrome epilettica. È contraddistinto da uno spasmo iniziale e massivo di tutti i muscoli scheletrici (fase tonica -> aura epilettica) seguito dopo poche decine di secondi da contrazioni muscolari rapide, più o meno regolari, con movimenti ampi e veloci (scosse cloniche sincrone -> Fase Clonica). Si osserva infine una transitoria perdita di coscienza di 5-10 minuti con eventuale perdita di urina (Fase post-accessuale).