Epatite C: trasmissione
L'HCV si trova prevalentemente nel sangue; la trasmissione, pertanto, può avvenire solo mediante il passaggio di sangue da una persona infetta. Gli altri liquidi biologici (saliva, lacrime, urine, sperma, secrezioni vaginali) non sono veicoli di trasmissione.
Le vie di contagio più comuni sono:
- Condivisione con persone portatrici di virus di oggetti personali appuntiti o taglienti (rasoi, forbici, lamette, spazzolino da denti);
- Condivisione di aghi o altri strumenti infetti, tipicamente in chi fa uso abituale di droghe;
- Esecuzione di tatuaggi o body piercing effettuati con strumenti non sterilizzati;
- Ricorso a cure estetiche con materiale contaminato;
- Attività sessuale traumatica e i rapporti sessuali promiscui, con possibile sanguinamento del soggetto infetto. Le pratiche omosessuali rientrano in questa categoria;
- Trasmissione madre infetta-figlio (evento raro);
- Punture accidentali con aghi infetti nelle categorie professionali a rischio (ad es. personale sanitario, sebbene questo sia un evento raro).
Prima degli anni '90 la principale via di trasmissione era rappresentata dalle trasfusioni di sangue ed emoderivati, dall’ospedalizzazione e dall’utilizzo di sostanze stupefacenti endovena. L’identificazione del virus nel 1989, e il conseguente sviluppo di test mirati alla sua individuazione (che hanno anche permesso di introdurre test di screening efficaci (1992)), ha portato ad azzerare il rischio trasfusionale di trasmissione e ha reso le procedure mediche più sicure.
In questi anni, il virus dell’epatite C continua a circolare attraverso l’utilizzo di sostanze stupefacenti per via endovenosa o nasale e a causa del ricorso a cure estetiche, tatuaggi o piercing che utilizzano materiale poco sicuro perché non ben sterilizzato. La trasmissione eterosessuale è inefficiente, tanto che l’OMS non raccomanda rapporti protetti in coppie monogame a lungo termine, mentre un rischio di trasmissione maggiore sembrerebbe essere associato all’utilizzo di pratiche omosessuali. La trasmissione perinatale è rara ma non nulla, tuttavia il parto cesareo non è raccomandato. In ogni caso, un soggetto con infezione da HCV, a prescindere dalla severità del danno epatico, è potenzialmente in grado di trasmettere l’infezione.
Categorie soggette alla trasmissione epatite C
Le categorie considerate maggiormente a rischio di infezione da HCV, identificate dall’Associazione Italiana per lo Studio del Fegato, includono:
- Soggetti con evidenze di danno epatico; in particolar modo, i soggetti con livelli di transaminasi epatiche persistentemente al di sopra della norma
- Soggetti con tatuaggi e piercing effettuati in ambienti non sicuri sotto un profilo igienico, che non assicurano pertanto la sterilità del materiale utilizzato (ad es. nelle carceri o in strutture con un'igiene scadente);
- Soggetti che hanno fatto/fanno uso di droghe iniettate per via endovenosa, anche se in maniera non continuativa;
- Operatori sanitari;
- Personale di pubblica sicurezza;
- Soggetti con infezione da virus dell’HIV (virus dell’immunodeficienza acquisita);
- Persone sottoposte a emodialisi;
- Persone che provengono da aree endemiche;
- Bambini nati da madri con anticorpi anti-HCV;
- Persone che hanno trascorso lunghi periodi in carcere