Epatite C: sintomi
Il periodo di incubazione per l’epatite C va da 2 settimane a 6 mesi. La fase acuta iniziale decorre in maniera asintomatica nella maggior parte dei casi (circa l’80%). Il tasso di guarigione in questa fase è circa del 15-30%; nei restanti casi l’infezione cronicizza. Durante la fase acuta raramente si presentano i classici sintomi dell’epatite acuta: ittero, sensazione di malessere generale, dolori articolari o muscolari, feci ipocoliche (chiare) e urine ipercromiche (scure), astenia marcata o, più in generale, una sindrome “simil-influenzale”.
Circa il 75-85% dei pazienti con epatite acuta va incontro a cronicizzazione dell’infezione, ovvero alla persistenza del virus HCV all’interno dell’organismo (sangue e fegato) per più di 6 mesi dal contagio. Generalmente, il sistema immunitario è in grado di eliminare il virus entro i primi 6 mesi, ma oltre i 6 mesi di infezione la guarigione spontanea è un evento eccezionale. Il 5-20% dei pazienti che cronicizzano sviluppa cirrosi e l’1-5% va incontro a morte per cirrosi o tumore del fegato. Nel 35% dei pazienti con epatocarcinoma, la causa è l’epatite C.
Fin dalle prime ore dal contagio, il virus si localizza nel fegato attraverso il sangue e penetra negli epatociti causando la comparsa di uno stato infiammatorio (epatite) dovuto all’attivazione del sistema immunitario, che cerca di eliminare il virus. Il virus causa la morte delle cellule epatiche sane e il normale tessuto epatico viene lentamente sostituito da tessuto cicatriziale dando origine a fibrosi epatica.
Le conseguenze dell’infezione dipendono dalla quantità di tessuto sano perso e, quindi, dall’entità della fibrosi che si forma nel fegato. Mentre le cellule sane, infatti, partecipano al normale funzionamento dell’organismo, essendo implicate in funzioni vitali (sintesi delle proteine, metabolismo dei grassi, detossificazione, controllo della coagulazione ecc.), il tessuto fibrotico non è in grado di svolgere alcuna funzione essenziale.
Il persistere dell’infiammazione determina un lento e graduale avanzamento della fibrosi che negli anni porta l’organo a perdere la sua naturale architettura. Quando la struttura epatica è completamente sovvertita e diviene nodulare, si parla di cirrosi. Si stima che il tempo necessario alla comparsa di cirrosi sia in media di 30-40 anni, anche se la progressione del danno epatico è molto variabile da persona a persona e dipende da numerosi fattori, alcuni non ancora ben conosciuti.
I fattori che accelerano l’evoluzione del danno epatico sono:
- Età avanzata al momento dell’infezione
- Sesso maschile
- Consumo di bevande alcoliche
- Fumo
- Sovrappeso e l’obesità
- Diabete
- Iperferritinemia
- Co-infezione con il virus dell’epatite B (HBV) e/o l’HIV