Terapia del microcitoma polmonare aspettative di vita
Il microcitoma è una neoplasia altamente chemiosensibile e le risposte al trattamento si osservano precocemente. L’instabilità genetica di questo tumore, tuttavia, favorisce l’instaurarsi di fenomeni di resistenza multipla ai chemioterapici, che si è cercato di superare ricorrendo a regimi polichemioterapici alternati (senza però evidenza di benefici significativi con queste strategie). Nella malattia recidivante, l’effetto della chemioterapia è molto più limitato.
La chemioterapia standard è generalmente costituita dall’associazione di 2 o 3 farmaci (scelti in base a meccanismi d’azione e profili di tossicità differenziati), somministrati per 4-6 cicli, in base a efficacia e tollerabilità. Farmaci frequentemente utilizzati sono: derivati del platino, etoposide, ifosfamide, ciclofosfamide, antracicline, teniposide, vincristina, metotrexato e nitrosuree. La risposta alla terapia è precoce (solitamente entro le 12 settimane) e una remissione completa precoce offre in genere la migliore prognosi in termini di sopravvivenza.
Data l’alta incidenza di metastasi cerebrali nel microcitoma (si stima che il 10% dei pazienti presenti metastasi alla diagnosi e il 50-70% possa svilupparle in seguito), l’irradiamento profilattico dell’encefalo è parte integrante della strategia terapeutica nei pazienti che hanno risposto alla terapia di I linea. Tale metodica ha dimostrato di essere in grado di ridurre sensibilmente le recidive intracraniche. L’irradiamento profilattico dell’encefalo viene solitamente iniziato il più presto possibile dopo la conclusione della terapia di I linea.
Alla diagnosi solo circa un terzo dei pazienti si presenta con malattia localizzata (fase in cui è possibile una terapia con intento curativo).
Malattia localizzata
Per i pazienti con microcitoma localizzato è stata riportata una mediana di sopravvivenza di 15-20 mesi e una percentuale di sopravvivenza a 2 anni del 20-40%. Un piccolo gruppo di pazienti con tumore primario poco esteso, assenza di metastasi a distanza e coinvolgimento linfonodale assente o minimo presentano una prognosi migliore e possono essere candidati a un approccio chirurgico. Per tutti gli altri pazienti il trattamento è basato su chemioterapia e radioterapia (AIOM 2013).
- I pazienti con T1,2 N0,1 M0 possono essere candidati alla chirurgia, seguita da 4 cicli di chemioterapia adiuvante.
- Per tutti gli altri pazienti con buon PS lo standard terapeutico è rappresentato dalla chemioradioterapia concomitante.
- Nei pazienti in risposta dopo chemioradioterapia si deve eseguire un trattamento radioterapico encefalico profilattico.
Malattia metastatica
I linea
- Il trattamento standard nei pazienti con microcitoma metastatico è la polichemioterapia, basata su combinazioni di cisplatino-etoposide o carboplatino-etoposide. Non vi sono raccomandazioni specifiche sulla durata del trattamento, che solitamente viene protratto per 4-6 cicli.
- In caso di risposta, il trattamento radioterapico encefalico profilattico dovrebbe essere offerto anche ai pazienti con malattia metastatica (se con buon PS) alla conclusione della terapia di I linea.
II linea
La maggioranza dei pazienti va incontro a recidive dopo la terapia di I linea. La ripresa della malattia è accompagnata da sintomi e comporta generalmente un’aspettativa di vita limitata. La risposta al trattamento di II linea è correlata al tempo di comparsa della recidiva dalla fine del trattamento, alla risposta alla terapia di precedente e al tipo di terapia utilizzata in I linea. Nei pazienti refrattari (con mancata risposta o con ripresa di malattia entro 6 settimane) e in quelli resistenti con recidiva precoce (comparsa di recidiva entro 3 mesi), la prognosi è sfavorevole e i benefici clinici di un trattamento successivo sono incerti (AIOM 2013).
- Nei soggetti con malattia platino-resistente si consiglia di utilizzare topotecan (per via orale o endovenosa). In alternativa si può ricorrere alla combinazione ciclofosfamide-doxorubicina-vincristina.
- In caso di ripresa di malattia superiore ai 3 mesi dalla conclusione della I linea si può riutilizzare la terapia adottata precedentemente.