Carcinoma Polmonare: Epidemiologia
Il tumore polmonare è la principale causa di morte nei Paesi industrializzati. L’Associazione Italiana dei Registri Tumori (Airtum), in base ai dati raccolti nel periodo 2007-2010, ha stimato che in Italia nel 2014 saranno diagnosticati 40.000 nuovi casi di tumore del polmone, dei quali il 30% circa nelle donne (Airtum 2014).
La patologia, in base a tale elaborazione, si configura con le seguenti caratteristiche:
- è il quarto tumore per frequenza nella popolazione (11%);
- 1 uomo ogni 9 e 1 donna ogni 37 sono a rischio di sviluppare il tumore nel corso della vita (0-84 anni);
- la diagnosi è più frequente tra gli uomini, ove rappresenta il secondo tumore per incidenza (dopo il carcinoma prostatico), rispetto alle donne, nelle quali rappresenta la terza neoplasia per incidenza (dopo il tumore della mammella e del colon-retto). Negli uomini, tuttavia, è stata riscontrata una riduzione nell’incidenza del carcinoma polmonare negli ultimi anni, mentre nelle donne la diagnosi di questo tumore è in aumento. Queste tendenze rispecchiano l’andamento del principale fattore di rischio, il fumo di sigaretta (Airtum 2014).
Il tumore al polmone rimane tutt’oggi, nonostante le terapie disponibili, una neoplasia a prognosi particolarmente sfavorevole, con elevati tassi di mortalità. Dai dati del Surveillance, Epidemiology and End Results (SEER) Program riferiti al periodo 2004-2010, la sopravvivenza globale a 5 anni dei pazienti diagnosticati con carcinoma polmonare è rimasta al 16,8%, una percentuale inferiore a quella generalmente osservata con altre neoplasie ad alta prevalenza (SEER Cancer Statistics 2014). Negli Stati Uniti, le stime per il 2014 indicano 224.210 nuovi casi di tumore al polmone e 159.260 decessi per questa patologia (American Cancer Society 2014). In Europa si osserva nel 2012 che questa neoplasia rappresenta la prima causa di morte per tumore negli uomini e la terza nelle donne (Ferlay 2012). La percentuale di sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi è andata aumentando moderatamente tra l’inizio degli anni Novanta e il 2010, dal 10% al 14% nei maschi e dal 12% al 18% nelle femmine (Airtum 2014).