Il Carcinoma Ovarico
I tumori dell'ovaio spesso vengono diagnosticati quando raggiungono grandi dimensioni o diffondono dalle ovaie alle aree circostanti del bacino, o pelvi. Quando la malattia è diagnosticata in fase iniziale, limitata all’ovaio, il tumore viene classificato come stadio I secondo la classificazione della Federazione Internazionale di Ginecologia e Ostetricia (FIGO). Tuttavia, nel 90% dei casi, il tumore dell’ovaio è diagnosticato quando è già diffuso fuori dall’area pelvica ed è classificato allo stadio III o IV. La stadiazione FIGO rappresenta il più importante fattore prognostico per il tumore dell’ovaio; infatti, la sopravvivenza a 5 anni di pazienti con tumore allo stadio I è di circa il 90%, mentre la sopravvivenza per un tumore con diffusione fuori dalla pelvi (stadio FIGO III e IV) non supera il 40%.
La sopravvivenza globale a 5 anni delle pazienti con tumori epiteliali maligni dell’ovaio si aggira intorno al 50%. Se il tumore è confinato all’ovaio la sopravvivenza a 5 anni raggiunge il 90%, mentre scende al 15-20% negli stadi avanzati, III e IV.
Fattori prognostici del tumore ovaie
Il fattore prognostico ideale dovrebbe fornire informazioni sul comportamento biologico del tumore, così da poterne prevedere l'evoluzione e la risposta alle varie opzioni terapeutiche; in questo modo si potrebbero definire la strategia terapeutica e lo schema di controlli delle terapie (follow-up) ottimali, basandosi sull'aggressività di ogni singolo tumore. Esistono, infatti, fattori prognostici in grado di predire l’evoluzione della posizione ed estensione del tumore, cioè la sua aggressività biologica, come la familiarità, il sesso, il consumo di fumo o alcol o farmaci (abitudini voluttuarie), le caratteristiche cliniche e patologiche del tumore, fattori molecolari e cellulari.
Altri fattori meno importanti sono considerati la presenza di aderenze strette, le dimensione della neoplasia, il numero di coppie di cromosomi cellulari (ploidia del DNA) e lo stato generale della paziente (performance status).
Sia fattori genetici che biologici possono influenzare la prognosi del tumore dell’ovaio. Tra i fattori molecolari associati ad una prognosi sfavorevole nella malattia in stadio avanzato c’è l’aumento di espressione della proteina p53, che porta anche ad una minore risposta del tumore alla chemioterapia con i composti del platino ma una migliore risposta a chemioterapia a base di taxani, l’espressione dei recettori per il fattore di crescita epidermico (EGFR), che si associano a un elevato rischio di progressione, e del recettore HER2/neu, i cui risultati prognostici sono contrastanti.
Anche il processo di formazione di nuovi vasi sanguigni (angiogenesi) rappresenta uno dei fattori prognostici più indagati. Diversi studi hanno sottolineato infatti che il potenziale angiogenico è correlato alla prognosi. In diversi tumori solidi, incluso il carcinoma dell’ovaio, si è osservata una correlazione tra la microdensità vascolare del tumore e l’evoluzione clinica della malattia. Nel carcinoma ovarico, peraltro, un’espressione elevata del fattore di crescita dell’endotelio vascolare (VEGF) è stata correlata ad un’evoluzione clinica.