Carcinoma mammario: Screening e diagnosi
Raccomandazioni per lo screening. [1,2]
Mammografia
- La mammografia biennale nelle donne del gruppo d’età 50-69 anni ha dimostrato di avere il maggiore effetto sulla riduzione della mortalità da carcinoma mammario. [1]
- L’effetto della mammografia nelle donne del gruppo d’età 40-49 anni è ancora dibattuito. [1,2]
- In donne con storia familiare di carcinoma della mammella con o senza mutazioni provate BRCA, lo screening annuale con risonanza magnetica mammaria in combinazione alla mammografia può individuare la patologia a uno stadio più favorevole rispetto allo screening con solo la mammografia. [1]
Risonanza magnetica
- La risonanza magnetica mammaria non è raccomandata come indagine di screening nella popolazione generale. [2]
La risonanza magnetica come metodica di screening in aggiunta alla mammografia e all’esame clinico, trova indicazione in donne con predisposizione genetica/importante storia familiare, a partire dall’età di 25 anni.[2]
Bibliografia
- Senkus E et al. Ann Oncol 2013; 24 (Suppl 6): vi7-vi23.
- Aiom. Linee guida neoplasie della mammella. Edizione 2013 (aggiornamento a luglio 2013).
Raccomandazioni per la diagnosi. [1]
- La diagnosi deve spettare a una breast unit: dipartimenti specializzati con alta casistica di pazienti con neoplasie della mammella, dotati di team multidisciplinari con chirurgo, radioterapista, oncologo medico, radiologo e anatomopatologo elettivamente dedicati al tumore della mammella. [1]
- La diagnosi di tumore mammario si basa sull’esame clinico associato all’imaging e confermato dal riscontro istologico. Altre valutazioni sono l’anamnesi personale e familiare, inclusa la valutazione dello stato di menopausa, l’esame obiettivo e l’emocromo, la funzionalità epatica e renale, la fosfatasi alcalina, la calcemia.[1]
- La diagnosi istologica dovrebbe basarsi su agobiopsia realizzata manualmente o, preferibilmente, con assistenza ecoguidata o stereotassica. L’esame patologico deve includere il tipo istologico, il grado, il livello recettoriale ER e, per carcinoma invasivo, PR e HER2.[1]
- La valutazione istologica postoperatoria del prelievo chirurgico dovrebbe rispondere ai criteri pTNM e pertanto includere: numero, sede e diametro massimo della lesione tumorale rimossa, il tipo istologico e il grado tumorali, la presenza di invasione vascolare e linfovascolare, l’analisi dei biomarcatori, lo stato dei margini di resezione, il numero dei linfonodi positivi rispetto al totale di quelli rimossi, l’estensione di metastasi ai linfonodi. [1]
a Non raccomandata di routine, ma può essere presa in considerazione in caso di storia familiare di carcinoma mammario associato a mutazioni BRCA, protesi mammarie, carcinoma mammario lobulare, prima di chemioterapia neoadiuvante o quando i risultati dell’imaging convenzionale non sono decisivi. [1]
Tabella 1 da rif 1.
Bibliografia
- Senkus E et al. Ann Oncol 2013; 24 (Suppl 6): vi7-vi23.