Carcinoma mammarico: Prognosi
Le principali variabili prognostiche vengono fornite dalla stadiazione del tumore. Le dimensioni del tumore e stato dei linfonodi ascellari forniscono informazioni accurate sulle probabilità di recidiva. Anche le modificazioni molecolari del tumore sono prognosticamente utili: l’iperespressione di HER2 o la mutazione del gene p53, per esempio, indicano una prognosi più sfavorevole. [1]
Dimensioni del tumore [2]
È difficile definire un valore soglia al di sotto o al di sopra del quale il tumore possa essere considerato a cattiva o a buona prognosi, fatta eccezione per i tumori molto piccoli.
Tuttavia, anche nei tumori pT1a e pT1b la valutazione del rischio non può prescindere dal considerare gli altri parametri prognostici, quali lo stato dei linfonodi ascellari, i fattori biologici (Ki-67, stato dei recettori ormonali, stato di HER2, grading) e l’età della paziente. [1]
Stato dei linfonodi ascellari
Insieme alle dimensioni del tumore, lo stato dei linfonodi ascellari rappresenta la variabile prognostica più importante e fornisce un’informazione ragionevolmente accurata sulla probabilità di recidiva. [1]
La presenza di cellule isolate o di micrometastasi nei linfonodi regionali si associa, in assenza di terapie adiuvanti, a una peggiore sopravvivenza libera da malattia. [2] Esiste inoltre una correlazione diretta tra sopravvivenza libera da malattia e numero di linfonodi interessati. Dopo terapia locale, la sopravvivenza libera da malattia è intorno al 75% nelle pazienti N0 e intorno al 25% in quelle N+. [3]
Grado istologico [2]
Un grado istologico elevato (G3) è considerato un fattore prognostico sfavorevole a differenza di un grado istologico basso (G1). Più difficile è la valutazione di un grado istologico intermedio (G2).
Attività proliferativa (Ki67) [2]
Viene misurata con il Ki67 labeling index (percentuale di nuclei di cellule tumorali che si colorano con l’anticorpo per la proteina Ki67 codificata dal gene KI67).
Tipo istologico [2]
Gli istotipi tubulari, midollare, adenoide cistico, apocrino che in assenza di interessamento linfonodale e di altri segni di aumentato rischio metastatico hanno una prognosi favorevole. Deve comunque essere sottolineato che i carcinomi midollari sono rari e la diagnosi, difficile, richiede parametri istologici ben precisi.
Invasione vascolare [2]
L’invasione vascolare (definita come presenza di chiari segni di invasione in almeno dieci campi microscopici) non è universalmente accettata come fattore prognostico ma in diversi studi è stato riportata essere predittiva di una peggiore sopravvivenza libera da riprese e sopravvivenza globale nelle pazienti N- e con altri fattori di rischio quali il grado istologico, le dimensioni del tumore e lo stato dei recettori ormonali. [1]
Stato di HER-2 [2]
La sovraespressione di HER2 all’immunoistochimica o l’amplificazione genica di HER2, presenti in circa il 15-20% dei carcinomi mammari, rappresentano un consolidato fattore prognostico e un fattore predittivo di risposta ai farmaci anti-HER2 e verosimilmente di resistenza al tamoxifene. È estremamente importante che la determinazione venga effettuata in laboratori accreditati.
Stato dei recettori ormonali [2]
È importante definire lo stato sia dei recettori estrogenici che progestinici e riportare la percentuale delle cellule positive che deve essere valutata come una variabile quantitativa continua. [1]
Età della paziente [2]
Età < 35 anni: prognosi peggiore.
Bibliografia
- Lippman ME. Breast Cancer. In: Harrison’s Principles of Internal Medicine. McGraw Hill, 17th Edition
- Aiom. Linee guida neoplasie della mammella. Edizione 2013 (aggiornamento a luglio 2013).
- Lopez M. Tumori della mammella. In: Oncologia Medica Pratica. Società Editrice Universo, Roma; 3a Edizione