Il carcinoma mammario: descrizione
Il carcinoma della mammella ha origine dalla proliferazione maligna delle cellule epiteliali che rivestono i dotti o i lobuli della mammella. [1]
Le neoplasie epiteliali sono le più comuni cause di cancro nelle donne (con l’esclusione dei tumori cutanei), rappresentando circa un terzo di tutte le neoplasie nella popolazione femminile. [1]
Una singola cellula, il risultato finale di una serie di mutazioni somatiche (acquisite) o germinali, è in grado di esprimere totalmente il potenziale maligno. Per questo il carcinoma della mammella può esistere per un lungo tempo sia come malattia non invasiva sia come malattia invasiva ma non metastatica. [1]
Bibliografia
- Harrison. Principi di Medicina Interna. 15° edizione. McGraw-Hill.
Classificazione
Classificazione istologica
Il carcinoma invasivo o infiltrante di tipo non specifico (NST), comunemente noto come carcinoma duttale di tipo non specifico, comprende il gruppo più ampio di carcinomi invasivi della mammella (70%-80%) e rappresenta un’entità non facilmente definibile poiché comprende un gruppo eterogeneo di tumori che non presentano caratteristiche sufficienti per poterli classificare come tipi istologici specifici (così come avviene invece per il carcinoma lobulare o il tubulare).[1]
Classificazione WHO 2012 [1]
Modificato da tabella 1 di rif 1.
Classificazione molecolare
Il carcinoma della mammella è una malattia eterogenea e pazienti con tumori apparentemente simili per caratteristiche clinicopatologiche possono presentare un decorso clinico diverso. In seguito alle indagini di biologia molecolare sono stati individuati quattro sottotipi di carcinomi invasivi:[1]
- “luminali A”: neoplasie con espressione dei recettori ormonali, a prognosi favorevole;[1]
- “luminali B”: neoplasie che, pur possedendo l’espressione dei recettori ormonali, hanno un rischio di recidiva elevato, a causa dell’elevato indice proliferativo correlato ad alta espressione dei geni di proliferazione;[1]
- “HER2”: presenza di espressione di HER2;[1]
- “basal like”: neoplasie caratterizzate dalla assenza di espressione dei recettori ormonali e di HER2 e da una aumentata espressione delle citocheratine (mioepiteliali) basali (CK5/6 e CK 17).[1]
A scopo prognostico e terapeutico, i tumori vengono raggruppati in surrogati dei sottotipi intrinseci definiti sulla base di dati istologici e immunoistochimici di routine.[2]
Tabella 2. Definizioni corrispettive dei sottotipi intrinseci di carcinoma della mammella secondo la St Gallen Consensus Conference 2013 e inoltre raccomandati dalle lineeguida di Pratica Clinica ESMO.[2]
Classificazione secondo il sistema TNM
L’estensione della malattia viene descritta con criteri classificativi tradizionali ed il sistema TNM è il più frequentemente adottato.[1]
Sistema di classificazione TNM rivisto dall’American Joint Commitee on Cancer.[1]
Tabella 3. Classificazione AJCC (American Joint Commitee on Cancer) 2009 (settima edizione).[1]
(1) I carcinomi nel parenchima mammario associati con malattia di Paget sono classificati in base al diametro e alle caratteristiche della malattia parenchimale, sebbene debba essere annotata la malattia di Paget. (2) La sola invasione del derma non permette la classificazione del tumore come T4. (3) Il carcinoma infiammatorio è caratterizzato da alterazioni cutanee tipiche che coinvolgono un terzo o più della cute mammaria. La evidenziazione istologica di invasione tumorale dei linfatici del derma supporta la diagnosi ma tale caratteristica NON è richiesta per la diagnosi di carcinoma infiammatorio. L’invasione tumorale dei linfatici del derma senza caratteristiche cliniche tipiche NON è sufficiente per una diagnosi di carcinoma mammario infiammatorio. (4)Clinicamente rilevabili= rilevati mediante studi di diagnostica per immagini (esclusa la linfoscintigrafia) o mediante esame clinico e con caratteristiche altamente sospette per malignità o presunta macrometastasi patologica in base ad agoaspirato con ago sottile ed esame citologico. (5) Non clinicamente rilevabile= non rilevabile mediante esami di diagnostica per immagini (esclusa la linfoscintigrafia) o mediante esame clinico. (6) RT-PCR= reverse transcriptase/polymerase chain reaction. Sono stati effettuati studi con tecniche di biologia molecolare del linfonodo sentinella, che permettono in base ad analisi di RT-PCR quantitativa l’individuazione di micro e macrometastasi. L’impatto prognostico di tali risultati per la definizione della terapia oncologica deve essere ancora validato15-17. (7) Clinicamente rilevabile= rilevato mediante studi di diagnostica per immagini (esclusa linfoscintigrafia) o mediante esame clinico e con caratteristiche altamente sospette di malignità o presunta macrometastasi patologica sulla base di una aspirazione con ago sottile ed esame citologico.
Classificazione in stadi dell’American Joint Commitee on Cancer.[1]
Tabella 4- Classificazione in stadi del carcinoma mammario –AJCC (American Joint Commitee on Cancer) 2009. 1
*T1 include T1mic
** I tumori T0 e T1 con sole micrometastasi linfonodali, sono esclusi dallo stadio II A e classsificati come stadio I B.
- M0 comprende M0(i+).
- La designazione pM0 non è valida; qualsiasi M0 dovrebbe essere clinica.
- Se una paziente si presenta con M1 prima di una terapia sistemica neoadiuvante, lo stadio è considerato IV e rimane IV indipendentemente dalla risposta alla terapia neoadiuvante.
- La designazione di stadio può cambiare se esami diagnostici per immagine rivelano la presenza di metastasi a distanza, a condizione che siano stati eseguiti entro quattro mesi dalla diagnosi in assenza di progressione di malattia e che la paziente non abbia ricevuto terapia neoadiuvante.
- I prefissi “yc” ed “yp” indicano la classificazione dopo terapia neoadiuvante. Nessun gruppo di stadio è assegnato nel caso di ottenimento di una risposta completa patologica (ad esempio ypT0N0 cM0).
Bibliografia
- Aiom. Linee guida neoplasie della mammella. Edizione 2013 (aggiornamento a luglio 2013).
- Senkus E et al. Ann Oncol 2013; 24 (Suppl 6): vi7-vi23.