Possono i meeting multidisciplinari influenzare la sopravvivenza in pazienti con carcinoma colonrettale?
Munro A. et al. BMC Cancer. 2015 Oct 13;15:686.
I meeting multidisciplinari hanno assunto un ruolo primario nel trattamento integrato del paziente affetto da carcinoma colorettale. A fronte della plausibilità logica della discussione collegiale di una patologia nella quale il chirurgo, l’anatomopatologo, il radioterapista e l’oncologo hanno un ruolo peculiare e complementare, a tutt’oggi disponiamo di pochi studi a supporto del fatto che tale impiego di risorse fornisca un reale vantaggio clinico per il paziente. Munro et al. hanno condotto uno studio osservazionale prospettico in una coorte di 586 pazienti affetti da carcinoma colorettale, diagnosticato in Tayside (Scozia) dal 2006 al 2007, con l’obiettivo di valutare l’impatto delle riunioni del team multidisciplinare (MDT) in termini di sopravvivenza. Dei 586 pazienti in studio 411 sono stati oggetto di discussione (alla diagnosi) al gruppo (MDT+), i restanti 175 non sono stati discussi al MDT oppure non è stata messa in pratica la raccomandazione concordata (MDT-). L’analisi del dato grezzo di sopravvivenza ha evidenziato un vantaggio in termini di overall survival e di cause specific survivala 5 anni esclusivamente nel sottogruppo di pazienti con malattia avanzata o metastatica, inoltre escludendo dall’analisi i pazienti non sopravviventi oltre le sei settimane dalla diagnosi (nei quali in minima parte è stata attuata una raccomandazione del MDT e pertanto codificano un bias di selezione in quanto non si ritiene che la discussione multidisciplinare possa influenzare l’incidenza di questi eventi precoci) tale vantaggio si riduce sensibilmente pur restando più marcato nella fase avanzata di malattia (seppur non statisticamente significativo). Come evidenziato dagli stessi autori il lavoro soffre i limiti dello studio osservazionale, non essendo randomizzato è soggetto a bias di selezione, inoltre i due gruppi a confronto MDT+ (411 pazienti) e MDT- (175 pazienti) risultano sbilanciati numericamente e disomogenei per quanto riguarda età, stadio, grado istologico e comorbidità. Lo studio presenta una discreta consistenza esterna, confermando il vantaggio in sopravvivenza già evidenziato dalla restante letteratura, ma soprattutto mette in luce il fatto che tale vantaggio è ridotto nella malattia non metastatica e più evidente invece nelle fasi avanzate di malattia, suggerendo l’utilità della discussione multidisciplinare nei pazienti con problematiche complesse (metastasi sincrone operabili, tumori con operabilità borderline ecc.). Pur con una ridotta validità esterna, lo studio offre diversi spunti di riflessione interessanti ed evidenzia la possibilità che l’impiego di risorse nella discussione multidisciplinare routinaria indiscriminata dei nuovi casi di carcinoma del colonretto non avanzato/metastatico possa essere non bilanciato da un reale beneficio clinico.
BACKGROUND:
- Carenza di evidenze scientifiche a supporto del reale vantaggio clinico della discussione multidisciplinare routinaria alla diagnosi di carcinoma colorettale
OBIETTIVO DELLO STUDIO:
- Valutare il vantaggio in termini di sopravvivenza del meeting multidisciplinare routinario nella gestione clinica del carcinoma del colon-retto
VALIDITÀ INTERNA:
- Possibili bias di selezione
- Disomogeneità tra i due gruppi (esposti/non esposti)
VALIDITÀ ESTERNA:
- Non è possibile generalizzare i risultati ottenuti
- Vantaggio in sopravvivenza evidenziato esclusivamente nel sottogruppo di pazienti con malattia avanzata o metastatica
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Autori dei Commenti
Mario Scartozzi
Oncologia Medica all’AOU, Azienda Ospedaliera Universitaria, di Cagliari. Università degli Studi di Cagliari
Chiara Cremolini
Oncologia, Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana, Pisa