Attività fisica e abitudini alimentari: una revisione della letteratura
Van Blarigan E.L. et al, J Clin Oncol 2015
L’importanza di un corretto stile di vita nella prevenzione di diverse patologie neoplastiche, tra cui il carcinoma colorettale, è ribadita ogni giorno a gran voce da fonti più o meno scientifiche. Ma esistono evidenze circa l’impatto dello stile di vita sulla probabilità di ripresa di malattia dopo un intervento radicale per carcinoma colorettale? In altre parole, quali misure comportamentali può adottare chi è stato operato di cancro del colon-retto per ridurre il più possibile il rischio che la malattia si ripresenti?
Un’esauriente revisione della letteratura inerente, pubblicata di recente sul Journal of Clinical Oncology, si concentra sull’impatto di attività fisica e alimentazione sulla sopravvivenza di pazienti operati di cancro del colon-retto.
Nessun messaggio sorprendente e nessun dato inatteso dai risultati esaminati, ma una conferma circostanziata e basata su evidenze metodologicamente solide dell’utilità anche per questi pazienti di una regolare attività fisica e di un’alimentazione equilibrata e corretta.
Camminare per 5 ore a ritmo normale oppure correre per circa un’ora e mezza alla settimana riduce del 38% il rischio di morte per qualsiasi causa e del 35% il rischio di morte legata al cancro del colon-retto: questi i dati emersi dalla raccolta di informazioni sull’attività fisica di 7522 pazienti operati di carcinoma colorettale. Interessante il dato per cui iniziare ad eseguire attività fisica dopo la diagnosi di cancro del colon-retto è di beneficio anche e soprattutto per chi non aveva tale abitudine prima della diagnosi stessa. Su 573 donne operate di carcinoma colorettale, coloro che avevano iniziato una regolare attività fisica dopo l’intervento si giovavano di una riduzione del 52% del rischio di morte legata al cancro.
Nessuna sorpresa neppure per quanto riguarda l’alimentazione: una dieta particolarmente ricca in carni rosse, condimenti, zuccheri raffinati, dessert e patate è associata ad un incremento di 3 volte del rischio di recidiva. Tale stima si conferma tenendo in considerazione altri fattori con un ben documentato peso prognostico, e pertanto potenzialmente confondenti, quali età, sesso, stato linfonodale, indice di massa corporea, livello di attività fisica, condizioni cliniche generali e specifici trattamenti oncologici ricevuti. Attenzione in particolare al consumo di carni rosse, di cui appare raccomandabile consumare meno di 5 porzioni alla settimana, e di bevande zuccherate, da limitare a una al giorno. Via libera invece a latte e latticini.
Diversi studi oggi in corso applicano sistemi di “counselling” telefonico e/o basato sul web per riuscire ad avvicinare nel modo più incisivo possibile i pazienti operati di cancro del colon-retto a uno stile di vita adeguato. Mentre si auspica di poter raccogliere dagli studi in corso e futuri una mole sempre più sostanziosa di informazioni sulle abitudini di vita consigliabili, è fondamentale far giungere ai pazienti messaggi non frettolosi su tali aspetti. A tal proposito, il ruolo di tutti gli operatori sanitari che il paziente incontra nel suo percorso è pertanto cruciale.
- Un’attività fisica moderata (5 ore di cammino o 90 minuti di corsa alla settimana) è sufficiente per ridurre sensibilmente la probabilità di decesso legato al cancro in pazienti operati di carcinoma colorettale.
- Una dieta ricca di frutta e verdura, povera di carni rosse e bevande zuccherate e che limiti l’utilizzo di carboidrati è auspicabile per ridurre il rischio di recidiva.
- Studi clinici disegnati con l’obiettivo di migliorare i metodi di comunicazione e istruzione dei pazienti sull’importanza di adottare determinate abitudini di vita sono oggi in corso, a ribadire l’attenzione rivolta dalla comunità scientifica a questi aspetti.
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Autori dei Commenti
Mario Scartozzi
Oncologia Medica all’AOU, Azienda Ospedaliera Universitaria, di Cagliari. Università degli Studi di Cagliari
Chiara Cremolini
Oncologia, Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana, Pisa