20 anni di progressi sul rilevamento di cellule tumorali nel carcinoma del colon-retto
Hardingham JE et al. Mol Med. 2015 Oct 27;21(Suppl 1): S25-S31.
L’identificazione e il ruolo delle cellule circolanti (CTC) nelle neoplasie solide è uno degli argomenti più complessi e dibattuti dell’oncologia moderna.
Da molti anni, infatti, molti ricercatori stanno tentando non solo di individuare la migliore metodica per identificare le CTC tra le molte possibili, ma anche e, soprattutto, di chiarire l’impatto clinico relativo al riscontro di CTC in diversi stadi e fasi di malattia.
Identificazione e caratterizzazione di CTC
Le CTC possono derivare sia dalla neoplasia primitiva sia dalle metastasi e possono essere costituite non solo da cellule epiteliali, ma anche da cellule in transizione da epiteliale a mesenchimale (epithelial mesenchimal transition, EMT) e cellule staminali. L’identificazione dei diversi sottogruppi risulta naturalmente fondamentale ai fini di stabilirne l’esatta l’influenza nel decorso della malattia tumorale.
Nella loro revisione critica della letteratura disponibile Hardingham e Collaboratori hanno preso in esame quanto noto e pubblicato nelle neoplasie del colon-retto.
Identificazione e caratterizzazione di CTC
In queste neoplasie l’identificazione e caratterizzazione di CTC potrebbe avere un rilievo clinico sia nella fase precoce di malattia dopo resezione radicale di neoplasia colica localmente diffusa sia nella fase di diffusione metastatica.
L’identificazione di CTC potrebbe, infatti, aiutare ad individuare precocemente pazienti a maggior rischio di ripresa dopo chirurgia radicale e da sottoporre a trattamento adiuvante anche in aggiunta ai criteri clinici e patologici già in uso.
Nella malattia metastatica un possibile impiego potrebbe essere quello di monitorare l’andamento della neoplasia durante terapia medica in associazione ai criteri radiologici.
Da un parte infatti non sono presenti studi di validazione di forza tale da suggerirne l’uso e dall’altra le metodiche possibili sono molteplici e di non sempre immediato impiego.
Un’altra possibile difficoltà potrebbe derivare dall’affermarsi delle tecniche di biopsia liquida, che pur esplorando aree di ricerca molto diverse da quella delle CTC condivide con quest’ultima molte finalità e potenziali impieghi.
La possibilità, infatti, di amplificare DNA circolante per specifiche mutazioni (RAS, B-RAF) renderebbe comunque più specifico l’impatto sul monitoraggio della terapia e andamento clinico.
- L’identificazione di cellule circolanti rappresenta da molti anni un’importante area di ricerca nelle neoplasie solide;
- Nel carcinoma del colon l’individuazione di CTC potrebbe consentire un più accurato monitoraggio della terapia durante la fase metastatica e una migliore definizione del rischio di recidiva nei pazienti operati radicalmente;
- La mancanza di studi di validazione, la molteplicità delle metodiche possibili e la difficoltà di identificare i vari sottogruppi cellulari (cellule tumorali mature, cellule in EMT e cellule staminali) rendono l’uso clinico delle CTC non attuabile e non implementabile al momento nella pratica clinica.
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Autori dei Commenti
Mario Scartozzi
Oncologia Medica all’AOU, Azienda Ospedaliera Universitaria, di Cagliari. Università degli Studi di Cagliari
Chiara Cremolini
Oncologia, Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana, Pisa