Gestione e terapia adiuvante nei tumori del retto
Nel tumore del retto le recidive locali, pur ridotte dall’escissione totale del mesoretto, rimangono un problema significativo particolarmente in presenza di interessamento di parete a tutto spessore e/o coinvolgimento linfonodale e nei tumori più distali.[1]
- Nei tumori in stadio I (tumore scarsamente invasivo, T1 o T2, senza interessamento dei linfonodi, N0, o metastasi M0) la terapia adiuvante generalmente non è indicata dopo chirurgia radicale dato il limitato rischio di recidive.
- Nei carcinomi in stadio II (tumore localmente invasivo T3 o T4 ma senza interessamento dei linfonodi, N0, o metastasi M0) o III (tumore con interessamento dei linfonodi ma senza metastasi ogni T, N1-2, M0) operati radicalmente, la chemioradioterapia postoperatoria ha dimostrato un vantaggio significativo in termini di riduzione delle recidive locali e/o della sopravvivenza rispetto alla sola chirurgia o alla sola radioterapia o chemioterapia postoperatoria.
- I pazienti in stadio II-III che non hanno effettuato il trattamento preoperatorio sono candidati alla chemioradioterapia adiuvante.
- Il trattamento adiuvante combinato chemioradioterapico comprende:
- due mesi con 5-fluorouracile, preferibilmente infusionale e acido folinico o capecitabina (preferita)
- seguiti dal trattamento concomitante con la stessa fluoropirimidina e radioterapia
- più due mesi ulteriori della stessa chemioterapia sequenziale.
Nei pazienti con linfonodi positivi può essere impiegato l’oxaliplatino in associazione alle fluoropirimidine (XELOX o FOLFOX). [1]
Bibliografia
- Linee guida AIOM - TUMORI DEL COLON RETTO - Edizione 2014