Chemioterapia adiuvante nei tumori del colon
Circa l’80% dei pazienti con tumore del colon si presenta alla diagnosi con malattia resecabile radicalmente. [1]
- Il 35% di questi sviluppa una ripresa di malattia che nella maggioranza dei casi (80%) si verifica entro i primi 2 o 3 anni dall’intervento chirurgico e, solitamente, entro i primi 5 anni.
- Le recidive locali sono rare; le sedi più frequenti di ripresa di malattia sono fegato, linfonodi addominali, peritoneo e polmone.
- La prognosi varia a seconda dello stadio della malattia alla diagnosi, con una sopravvivenza a 5 anni pari al 90%, 70-80% e 40-65%, rispettivamente per gli stadi I, II e III. [1]
Obiettivi della chemioterapia adiuvante per il tumore del colon
La terapia adiuvante, vale a dire la chemioterapia post-intervento, ha l’obiettivo di impedire la ripresa di malattia
- Essa non trova evidenze di utilità nei pazienti in stadio I (tumore scarsamente invasivo, T1 o T2, senza interessamento dei linfonodi, N0, o metastasi M0) mentre la sua indicazione nello stadio II (tumore localmente invasivo T3 o T4 ma senza interessamento dei linfonodi, N0, o metastasi M0) è ancora controversa e pertanto non viene usualmente impiegata in pratica clinica.
- Sono invece candidati alla chemioterapia adiuvante tutti i pazienti in stadio III (tumore con interessamento dei linfonodi ma senza metastasi ogni T, N1-2, M0) nei quali deve essere iniziata entro poche settimane dall’intervento radicale.
- I regimi di prima scelta negli stadi III sono:
- lo schema FOLFOX (fluorouracile, acido folinico, oxaliplatino; infusionale)
- lo schema XELOX (capecitabina, oxaliplatino)
- valide alternative sono capecitabina o 5-fluorouracile + acido folinico in regime infusionale o in bolo, in pazienti con buona prognosi e/o con ridotto performance status. [1]
La durata ottimale del trattamento è in genere di 6 mesi. [1]
Bibliografia
- Linee guida AIOM - TUMORI DEL COLON RETTO - Edizione 2014