Terapia dell’anemia nell'IRC
In generale nei soggetti con IRC che presentano valori di Hb <13 g/dl (maschi) e <12 g/dl (donne) deve essere eseguito un work-up diagnostico comprendente conta eritrocitaria completa, conta reticolocitaria e valutazione dei depositi di ferro, oltre un follow-up nell’ottica di una terapia antianemica specifica. Vengono utilizzati Agenti Stimolanti l’Eritropiesi (ESA) per mantenere livelli di Hb di 11-12 g/dl, ed in generale il target non deve superare i 13 g/dl per evitare conseguenze legate ad un rischio trombotico. Attualmente sono disponibili diverse formulazioni di ESA: di prima generazione che presentano una breve emivita, di seconda generazione con emivita intermedia e di terza generazione con lunga emivita grazie alla presenza di una frazione peghilata associata. La terapia con ESA è indicata sia in fase di IRC che in corso di trattamento dialitico. Gli ESA possono essere somministrati sia per via endovenosa che sottocutanea. Durante il corso della terapia con ESA è importante il monitoraggio periodico della Hb sia per evitarne fluttuazioni che per correggerle qualora presenti. Sebbene evento raro, in corso di terapia con ESA, un soggetto può sviluppare anticorpi anti-eritropietina che possono condurre a resistenza alla terapia ed a aplasia eitroide pure (PRCA-Pure Red Cells Aplasia); ciò comporta l’interruzione del trattamento e la necessità di trasfusioni periodiche. In corso di trattamento con ESA, può essere inoltre necessaria una terapia concomitante a base di ferro ed una integrazione a base di folati e vit. B12.