Quali sono le terapie per chi è affetto da anemia?
Il trattamento dell’anemia associata a tumore prevede tre opzioni terapeutiche:
- Correzione di eventuali sindromi carenziali (sideropenia/avitaminosi B12 – acido folico)
- Somministrazione di ESA (erythropoiesis stimulating agents)
- Trasfusione di emazie
La decisione di intraprendere una terapia per correggere rapidamente una condizione di anemia deve basarsi su una valutazione individuale del paziente, tenendo in considerazione caratteristiche dello stesso, patologie concomitanti e loro severità, grado di anemia. Le trasfusioni di sangue raramente sono necessarie, tranne che in condizioni di Hb ≤9-10 g/dL, e nel caso in cui sia necessario una immediata correzione della stessa anemia soprattutto in pazienti in chemioterapia mielosoppressiva. Inoltre, sono associate a diverse complicanze, quali reazioni da trasfusione, contaminazione batterica, infezioni virali, e sovraccarico di ferro; un fattore non meno importante da prendere in considerazione è la limitata disponibilità di sangue. Di conseguenza, la trasfusione dovrebbe essere considerata un trattamento di emergenza e valutata caso per caso, considerando il rapporto rischio/beneficio per il singolo paziente.
Le eritropoietine svolgono un ruolo particolarmente importante nell’alleviare l’anemia in pazienti affetti da cancro sottoposti a chemioterapia. In questi pazienti si raccomanda la somministrazione di eritropoietina a partire da livelli di Hb di 9-11 g/dl, così da migliorarne la qualità della vita e ridurre la necessità di eventuali trasfusioni. In particolare quest’ultimo aspetto era uno degli end-point valutati in una review di studi clinici randomizzati in cui si è osservata una riduzione del rischio relativo (RR=0.64) per le trasfusioni nei pazienti sottoposti a terapia con ESA6. La terapia con ESA in questa popolazione di pazienti va peraltro attentamente monitorata in relazione al rischio aumentato di effetti collaterali (ipertensione arteriosa, eventi tromboembolici)3.
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